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Conferenza
di
Alberto Campo Baeza
Sabato 21 febbraio 2004, ore 11.00
Teatro Astra, Contrà Barche, 53 - Vicenza
Oggi si incontrano
per la prima volta, all'interno della Basilica di Vicenza, la luce che
Palladio ha gettato sui suoi muri, l'ombra delle serliane che scivolano
sul pavimento con lo scorrere del giorno, e la luce con cui costruisce
Campo Baeza. Di fronte alla luce di Palladio, il sole che penetra all'interno della
Caja General de Granada proietta qui, in una grande installazione, i
suoi riflessi in movimento, come una grande pala, e si costruiscono luminose,
in una esposizione antologica, le potenti immagini dell'architettura
di Alberto. La luce è il materiale reale con cui egli costruisce
la sua opera, così, per mostrare la sua architettura, ho riempito
la Basilica Palladiana con la luce di Campo Baeza.
Manuel Blanco
curatore della mostra
Alberto Campo Baeza, uno dei più dotati tra i progettisti che hanno contribuito
ai successi ottenuti dall'architettura spagnola dopo la fine del franchismo, è nato
a Valladolid nel 1946. Si è laureato nel 1971 alla Scuola di Architettura
di Madrid e nella capitale spagnola svolge tuttora la sua attività, essendo anche
professore nell'università dove ha compiuto gli studi. A partire dai primi
anni Settanta si è venuto segnalando prima per le sue opere in collaborazione
con l'architetto Julio Cano Lasso e poi con costruzioni e progetti concepiti
in autonomia, che ben presto lo hanno imposto all'attenzione della critica internazionale
più avvertita. A partire dal Municipio di Fene (1980) e dalla scuola a
San Firmin (Madrid, 1985), Campo Baeza ha maturato un suo personale approccio
alla progettazione architettonica, basato sull'uso di materiali prevelati da
esperienze professionali e da opere a lui più meno coeve, e sulla progressiva
messa a punto di un linguaggio che mira alla massima semplicità e alla
riduzione sistematica dei mezzi linguistici impiegati. Le case Garcìa
Marcos a Valdemoro (Madrid, 1991) e Gaspar a Zahora (Cadice, 1992), rappresentano
due tappe essenziali nel processo di maturazione di Campo Baeza e, probabilmente,
gli apici della sua ricerca riduzionistica, dagli esiti raffinati ed eleganti.
Dal minimalismo formale di costruzioni di questo tipo, Campo Baeza è passato,
in anni più recenti, ad esperinze più complesse e alla realizzazione
di spazi dichiaratamente evocativi e commentati dall'impiego di materiali più variati
rispetto a quelli utilizzati nelle costruzioni ricordate. Disegnano questo seconda
parabola della carriera dell'architetto spagnolo, il miesiano Centro Balear de
Innovaciòn Tecnològica a Inca (Maiorca, 1995) e, soprattutto, la
sede della Caja General de Ahorros di Granada (2000). Progettando e costruendo
questo secondo edificio, l'architetto ha instaurato un confronto inatteso ma
coerentemente stringato con la lezione lecorbusieriana e ha realizzato la sua
opera più matura. Appartato rispetto al mondo professionale e accademico
madrileno, Campo Baeza si è meritato ampi riconoscimenti sia in
patria che all'estero, come testimoniano sia la sua intensa attività di
docente e conferenziere, sia le numerose mostre che gli sono state dedicate in
Europa e negli Stati Uniti, a dispetto della sua giovane età ("giovane",
naturalmente, nel senso in cui il termine si attaglia all'usuale, lenta maturazione
degli architetti....)
Francesco
Dal Co
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